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Wednesday, September 7, 2011

Wagner in italiano -- Lohengrin

Speranza

Da voi lontan,
in sconosciuta terra
Havvi un castel,
che ha nome Monsalvato:
Là un sacro tempio una foresta serra,
Di gemme senza pari e d'oro ornato.
Ivi una coppa, che dal cielo è dono,
Guardata è qual reliqua del Signor,
A lor che di virtù campioni sono,
Un angiol la portò sull'ali d'or!
Ogni anno una colomba vien dal cielo
A rinnovar il santo suo poter!
Essa è il Santo Graal, e forza e santo zelo
Infonde in seno dei suoi cavalier.

Personaggi:

Enrico l'Uccellatore, re di Germania (basso)
Lohengrin (tenore)
Elsa di Brabante (soprano)
Goffredo, duca di Brabante, suo fratello
Federico di Telramondo, conte di Brabante (baritono)
Ortrude, sua moglie (soprano)
L'araldo del Re (basso)
Quattro nobili di Brabante (tenori e bassi)
Quattro paggi (soprani e contralti)
Nobili sassoni, turingi e brabantini, dame, vassalli, servi.


Lohengrin è un'opera romantica tedesca scritta da Riccardo Wagner, la sua sesta composizione di questo genere in ordine cronologico.

Il nome è ripreso dal romanzo medievale tedesco "Parzival" di Wolfram von Eschenbach, in cui Lohengrin è il figlio di Parsifal.

Lo stesso Parsifal è il protagonista dell'ultimo dramma di Wagner, scritto trent'anni dopo, che riprende il tema del cigno e del Santo Graal.

Il testo del "Lohengrin", come per gli altri drammi composti da Wagner, è stato scritto personalmente dal compositore.

La prima rappresentazione assoluta si tenne a Weimar nel 1850 e fu curata da Franz Liszt, amico e sostenitore di Wagner.

L'autore non poté assistervi perché esiliato dalla Germania e condannato a morte a seguito del suo coinvolgimento nei moti rivoluzionari del 1849.

La prima italiana (che fu in effetti

il debutto assoluto di un'opera di Wagner

sulle scene nazionali)

si svolse invece nel 1871 a Bologna, città che da quel momento divenne il centro del wagnerismo in Italia.

Lohengrin, scritto tra il 1845 e il 1847, è l'ultimo dei lavori giovanili di Wagner e venne scritto in un periodo di profonda insicurezza nella vita del compositore.

Dopo il trionfo ottenuto alcuni anni prima col tradizionale "Rienzi", Wagner aveva sperato di condurre facilmente l'entusiasmo del pubblico verso la sua grande rivoluzione artistica, già inaugurata nella stesura de "L'Olandese volante" e del "Tannhauser".

Ma l'insuccesso riscontrato con questi due drammi aveva arrestato e rimesso in discussione i vari progetti compositivi.

Scrisse Wagner:

« Mi sentii spinto a chiedere: da dove vieni, perché? E per lungo tempo la mia arte sparì davanti a queste domande. »
(Richard Wagner)

L'artista si identifica quindi col personaggio, col suo inesprimibile e doloroso desiderio di

amare ed essere riamato,

senza il bisogno di giustificarsi o di rivelare al mondo la sua diversità (va detto che questa era la stessa sensazione provata da re Ludwig II di Baviera).

Nella trama dell’opera, Lohengrin è

l’angelo custode del Santo Graal,

il cavaliere del cigno caro alle leggende medievali dei Paesi Bassi (il Brabante).

Egli scende sulla terra per difendere i deboli e per cercare una donna – Elsa – che sappia apprezzarlo semplicemente per la sua umanità.

Contro di lui si oppone il Conte di Telramondo, il cavaliere che lotta per l'onore e per il "conformismo borghese" legalmente riconosciuto.

Alla fine, l'ombra del dubbio si instaura a poco a poco nel cuore di Elsa, costringendo Lohengrin ad allontanarsi.

Come scrive il critico Carl Dahlhaus, Lohengrin si presenta sotto l'aspetto di una fiaba dal finale tragico, addobbata nelle forme di un dramma storico.

Estremi che parrebbero escludersi tra loro.

Ma le spoglie sgargianti del dramma storico e le grandi scene di massa che ricordano il Grand opéra servono solo per giustificare il finale tragico della vicenda.

Nella prima metà dell’Ottocento, infatti, il finale tragico era appannaggio esclusivo del Grand opéra di Meyerbeer.

Il fatto che il musicista avesse bisogno di simili giustificazioni rivela la residua dipendenza dalla tradizione operistica contro cui egli andava polemizzando (Wagner stesso definiva Lohengrin “un’opera romantica” nel senso convenzionale del termine).

Per quanto riguarda l’elemento fiabesco, Rubens Tedeschi osserva come "Lohengrin" sia la naturale conclusione di un ciclo cominciato con "Le fate", la cui felicità si trasforma ora nella malinconia della rinuncia, nella vaghezza del sogno che non può essere realtà.

"Lohengrin" è l’incarnazione della speranza negata e tuttavia irrinunciabile.

Messo di fronte a "Tannhauser", "Lohengrin" se ne distacca appunto per la sua rinuncia ad ogni carattere marziale e bellicoso.

L’aura luminosa della partitura è creata dalla lunghezza belliniana della melodia, dove l'azione dei leitmotiv è ridotta quasi a zero.

I temi conduttori che caratterizzeranno di lì a poco la Tetralogia sono enunciati come citazioni occasionali, ripetendo il modello del Tannhäuser e dell’Olandese volante.

Per contro, sempre dal punto di vista musicale, in Lohengrin è presente una scena che si rivela essere già autenticamente wagneriana.

Si tratta del dialogo tra Ortrud e Telramund all’inizio del secondo atto, confermando come in Wagner la modernità stilistica appartenga sempre al mondo dei “cattivi” (Venere, Ortrud, Beckmesser, Klingsor).

Carl Dahlhaus osserva che nella parte centrale di questo dialogo -

“Du wilde Seherin” -

la condotta melodica della voce oscilla tra il recitativo e l’arioso senza soluzione di continuità.

Ritmicamente tale condotta è irregolare.

Il principio di corrispondenza ritmica è abbandonato.

A bilanciare la dissoluzione della quadratura e a coagulare la struttura compositiva intervengono però i temi conduttori.

Ne risulta che la melodia è continuamente intessuta dai leitmotiv come accade esattamente nella Tetralogia.

Alla celebrità dell’opera concorrono soprattutto il famosissimo coro nuziale e il preludio del primo atto, che curiosamente fu scritto per ultimo.

A proposito di questo “volo d’angeli”, Gualtiero Petrucci nel suo Manuale wagneriano scrisse:

Poche pagine sinfoniche producono fin dal primo momento un’impressione così profonda e così nettamente determinata.

Nella letteratura sinfonica precedente non c’è nulla che possa paragonarsi al preludio del Lohengrin.

Da parte sua, Charles Baudelaire descrisse le sensazioni di questo preludio dopo averlo ascoltato per la prima volta durante i concerti parigini del 1860.

Mi sentii liberato dai legami di pesantezza e ritrovai la straordinaria voluttà che circola nei luoghi alti.

Dipinsi a me stesso lo stato di un uomo in preda ad un sogno in una solitudine assoluta, con un immenso orizzonte e una larga luce diffusa.

Un’immensità con il solo sfondo di se stessa.

Allora concepii l’idea di un’anima mossa in un ambiente luminoso, ondeggiante al di sopra e molto lontano dal mondo naturale.

L'opera si svolge sulle rive del fiume Schelda, nel X secolo.

L'anziano duca del Brabante ha affidato i suoi eredi – Elsa e Goffredo – alle tutela del conte Federico di Telramondo.

Federico avrebbe dovuto sposare Elsa ma – subendone il rifiuto – ha sposato la discendente di una stirpe di principi pagani, Ortrude, le cui divinità sono dotate di poteri magici.

Per vendicare l'affronto subìto dal marito e per ereditare il ducato, Ortrude ha tramutato Goffredo in un cigno convincendo Federico ad accusare Elsa di fratricidio.

Atto I

Scena 1ª

In un prato lungo la sponda della Schelda, re Enrico invita i nobili brabantini a difendersi dalla minaccia degli ungari.

La battaglia è prevista entro due giorni e chiede l'appoggio del conte di Telramondo – "modello di virtù" – per ristabilire la pace.

Federico muove la sua accusa contro Elsa, descrivendola come preda di un sogno perverso: ha ucciso Goffredo allo scopo di regnare sul Brabante con un amante segreto.

Scena 2ª

Chiamata dall'araldo, Elsa compare tra la fila dei cavalieri e, a testa bassa, avanza verso il Re.

Tutti restano colpiti dal suo candore e dalla sua timidezza, chiedendosi se davvero il suo cuore sia colpevole delle terribili accuse mossele dal conte.

La ragazza racconta un sogno straordinario, in cui un cavaliere sconosciuto sarebbe arrivato dal nulla per salvarla.

Il racconto è commentato dalla ripresa del tema del Graal suonato dai violini, dal tema di Lohengrin e del Trionfo di Lohengrin, sfumati come il ricordo di un sogno.

Tra i presenti, nessuno osa sfidare il valoroso Federico e la chiamata del Re è sospesa nel vuoto

"Chi, in nome di Dio, vuole difendere Elsa di Brabante?"

Lohengrin e il cigno.

Le prime chiamate non ottengono alcuna risposta.

Elsa intona una breve preghiera accompagnata da un coro di donne

– "Signore, aiutala! Dio signore, ascoltaci!" –

che termina con un frammento del tema di Elsa.

Allora si scorge in lontananza una barca trainata da un cigno, al cui interno è un uomo dall'armatura d'argento.

Dopo alcuni attimi di meraviglia, il motivo di Lohengrin esplode in tutto il suo splendore e il cavaliere del sogno è viva realtà.

Scena 3ª

Sulle medesime note del preludio, Lohengrin saluta il cigno e promette ad Elsa il suo amore, a condizione (esposta sul tema della Domanda proibita) di non chiedergli mai quale sia il suo nome.

Gli astanti sono ammirati e commossi.

Telramund accetta di combattere il cavaliere misterioso ("meglio la morte che l'onta!") mentre il Re si prepara a dare inizio al duello.

I due contendenti incrociano le spade.

Federico viene atterrato in un colpo ma gli viene risparmiata la vita.

Nel grande coro finale, Lohengrin ed Elsa vengono sollevati sugli scudi e acclamati festosamente dalla folla, mentre Telramondo si getta ai piedi di Ortrude piangendo l'onore perduto.

Atto II

Scena 1ª

Durante la notte, nel cortile del castello di Anversa, Federico e Ortrude siedono allo scuro, sui gradini della chiesa. Federico si scaglia contro la donna, accusandola di essere la sola responsabile della sua rovina.

"Non fu per la tua testimonianza che fui portato ad accusare l'innocente?

Non fui punito dal giudizio di Dio?!"

"Chiami Dio la tua viltà?" ribatte Ortrude. "Se il cavaliere rivelasse apertamente il suo nome, svanirebbe il potere che l'inganno gli ha concesso."

Il tema della Magia pervade la scena nel momento musicalmente più evoluto del dramma, mentre Federico – nuovamente soggiogato dalla moglie – viene preso da un'improvvisa e irrefrenabile bramosia di rivalsa.

Bisogna agire subito affinché il veleno del dubbio si sparga nel cuore di Elsa.

Scena 2ª

Elsa si affaccia al balcone e ricorda l'amore di Lohengrin.

Un abbozzo del tema della Processione preannuncia le nozze tra i due amanti.

Ma Ortrude, fingendosi addolorata, le annuncia il pentimento di Federico.

Elsa, ingenuamente, ne accetta il perdono, difendendosi però dal sospetto nei confronti di Lohengrin:

"Povera, non puoi capire come un cuore possa amare senza incertezza?"
Mentre Elsa rientra nel palazzo, Ortrude invoca l'aiuto delle divinità pagane dei Radbod.

Scena 3ª

Spunta il giorno.

Le fanfare dei cavalieri risvegliano il castello.

L'araldo annuncia l'elezione di Lohengrin a protettore del Brabante e i preparativi delle sue nozze con Elsa.

La folla festante accompagna l'arrivo della sposa.

Scena 4ª

Processione di Elsa nella cattedrale.

Il mistico coro del corteo è interrotto dall'intervento di Ortrude, che con un repentino cambiamento di umore sfida Elsa in quanto moglie del nobile Telramondo.

Il nome del mio sposo aveva in patria grande onore.

Lo sposo tuo, dimmi, chi lo conosce?!

La sua purezza non è quello che sembra!

Mentre la folla respinge le accuse di Ortrude, Elsa si rifugia tra le braccia di Lohengrin, che è appena arrivato accompagnato dal Re.

Allora Federico irrompe drammaticamente in scena, accusando Lohengrin di menzogna e stregoneria.

"Nome, rango e meriti io gli domando!

Possa egli smentire l'inchiesta!"

Lohengrin si volge verso Elsa:

"Elsa, come ti vedo tremare!"

La povera ragazza è ormai straziata dal dubbio.

Tutti, a questo punto, vorrebbero conoscere il mistero dell'eroe.

[Atto III
Lohengrin ed Elsa, terzo atto.

Scena finale.

Scena 1ª

Il preludio preannuncia il celebre coro nuziale.

Questo, ascoltato nel giusto contesto in cui è inserito, appare fragile e quasi avulso dal quadro drammatico della storia.

Infatti, la scena successiva tra i due protagonisti rappresenta il momento culminante della vicenda, che dall'estasi iniziale si stringe in un'ansietà frenetica sempre crescente, poiché Lohengrin muove dal piano della cieca fiducia, mentre Elsa non sa più trattenersi dal porgli la domanda proibita.

Dice Lohengrin:

"Dai tuoi occhi appresi l'innocenza… Non dovetti chiedere la tua origine, benché su di te gravasse la terribile accusa…"

Dice Elsa:

"Come si chiama quella parola che – ahimè – non potrò mai usare per rivolgermi all'amato?

Permetti al mio labbro di pronunciarla, quando saremo soli, quando mai giungerà all'orecchio del mondo.

Se conoscessi il tuo segreto, nessuno me lo potrebbe più strappare!

Rendimi orgogliosa della tua fiducia, affinché non ne sia indegna!…"

Allora Lohengrin è costretto a rivelarle una mezza verità, che però non fa altro che accrescere l'incertezza di Elsa nel timore di venire un giorno abbandonata:

"Il tuo amore dev'essere la ricompensa di ciò che rinunciai per te.

L'unica cosa che valga il mio sacrificio la vedo nel tuo amore.

Non provengo dall'oscurità ma dalla luce e dallo splendore!"

Il dramma si è compiuto.

Elsa si sente troppo piccola per compensare questo sacrificio, nonostante Lohengrin desideri farsi amare con semplicità.

Improvvisamente, alla domanda proibita "qual è la tua origine?", Federico irrompe nella stanza per affrontare il rivale.

Senza pronunciare parola, Telramund cade ucciso nello scontro.

Scena 2ª

Cambiamento di scena come nel primo atto.

Sul prato lungo la Schelda i brabantini sono riuniti per la guerra.

Tutti aspettano che il cavaliere d'argento li guidi alla vittoria ma, mostrando la salma di Federico, Lohengrin rivela finalmente la propria origine.

Egli è il figlio di Parsifal, il re del Santo Graal, sceso sulla terra per combattere il male.

Questo lungo monologo – "In fernem Land" – è cantato sul tema del Graal che apre il preludio del primo atto e rimanda alle forme chiuse dell'opera convenzionale.

In definitiva, Lohengrin non rinuncia ai poteri che gli consentono di diffondere la virtù, per quanto la loro rivelazione lo costringa a ribadire la sua diversità e, di conseguenza, la sua triste solitudine.

Invano Elsa, il Re e i cavalieri lo invitano a restare.

Il cigno è già apparso per riportare Lohengrin a Monsalvato.

La perfida Ortrude non gli risparmia quest'ultimo momento:

"Vattene, superbo eroe, perch'io possa svelare con giubilo chi fu a guidarti con la navicella!

Imparate come si vendicano gli dei!"

Ma Lohengrin, che l'ha udita, cade solennemente in ginocchio e prega.

Per miracolo, il cigno si tuffa nell'acqua ritrasformandosi in Goffredo.

Ha così fine il potere delle divinità pagane dei Radbod.

"Ecco il duca del Brabante, sia eletto a vostro condottiero!

Addio, addio, addio mia dolce sposa."

Una colomba scende dall'alto e guida la barca sul lago.

Mentre Lohengrin si allontana, Elsa cade priva di forze tra le braccia del fratello.

Discografia essenziale- Direttore Georg Solti, orchestra Filarmonica di Vienna, 1985-86, con Placido Domingo, Jessye Norman.
- Direttore Rafael Kubelik, orchestra di Radio Baviera, 1971, con J. King, T. Stewart, K. Ridderbusch, G. Janowitz, G. Jones.
- Direttore Rudolf Kempe, orchestra Filarmonica di Vienna, 1964, con J. Thomas, D. F. Dieskau, G. Frick, E. Grummer, C. Ludwig.
- Direttore André Cluytens, orchestra del Festival di Bayreuth, 1958 (dal vivo), con Sandor Konia, Astrid Varnay.
- Direttore Eugen Jochum, orchestra del Festival di Bayreuth, 1954 (dal vivo), con Wolfgang Windgassen, Hermann Uhde, T. Adam, Birgit Nilsson.
- Direttore Joseph Keilberth, orchestra del Festival di Bayreuth, 1953 (dal vivo), con W. Windgassen, H. Uhde, J. Greindl, E. Steber, A. Varnay.

[modifica] Voci correlateCoro nuziale
[modifica] Altri progetti Wikiquote contiene citazioni da Lohengrin
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[modifica] Collegamenti esterni(DE) Richard Wagner - Lohengrin. Una galleria di cartoline storiche ispirate alle opere di Wagner.
Opere di Richard Wagner

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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Lohengrin_(opera)"
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